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Si tratta di un contratto attraverso il quale il compratore, dietro il pagamento del premio, acquista la facoltà di comprare (opzione call) o di vendere (opzione put) una determinata quantità di sottostante ad un prezzo prefissato (prezzo i esercizio o strike price) ad una certa scadenza (opzione europea) o entro una certa scadenza (opzione americana).

L’opzione è l’unico strumento derivato asimmetrico, poiché  chi compra rischia sempre molto meno di chi vende; l’acquirente ha la facoltà di esercitare l’opzione, chi vende l’obbligo.

OPZIONE CALL

Chi compra l’opzione call è rialzista, infatti spera di pagare il premio dell’opzione al fine di poter acquistare il sottostante a sconto. 

Lo sconto sarà pari all’incremento di prezzo del sottostante.

Per l’acquirente della call il massimo guadagno possibile tende all’infinito mentre la massima perdita possibile corrisponde al premio dell’opzione stessa

Chi vende l’opzione call è invece ribassista e spera di incassare il premio dell’opzione venduta senza dover vendere il titolo a sconto.

Per il venditore della call il massimo guadagno possibile si identifica nel controvalore del premio mentre la massima perdita è teoricamente infinita.

OPZIONE PUT

Chi compra l’opzione put è ribassista, infatti spera di pagare il premio dell’opzione al fine di poter vendere i titoli “cari”. Maggiore sarà la discesa del prezzo di quei titoli e più li potrà vendere cari.

Per l’acquirente della put  il massimo guadagno attendibile è dato dalla differenza tra il prezzo strike ed il premio pagato mentre la massima perdita corrisponde al costo dell’opzione.

Chi vende l’opzione put è rialzista e spera di incassare il premio dell’opzione venduta senza dover comprare i titoli “cari”.

Per il venditore di put il massimo guadagno possibile si identifica nel controvalore del premio mentre la massima perdita è pari alla differenza tra lo strike ed il premio.

Ad una prima superficiale analisi l’acquisto delle opzioni sembra il “good side” su cui posizionarsi in quanto si è consapevoli a priori della possibile perdita ma, partendo dal presupposto che i rendimenti ottenuti a mercato altro non sono che un premio per il rischio corso, sono dell’idea che i venditori alla lunga possano attendersi dei rendimenti maggiori in quanto il mercato paga loro “la sofferenza” dell’inconsapevolezza della possibile perdita.

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